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Itinerari

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Arte, Cultura, Archeologia, Paesaggio, Tradizioni, Arte Culinaria sono le eccellenze che il nostro territorio offre a chi vuole passare una vacanza diversa dalle altre.

La provincia di Trapani è un libro di storia e di storia dell'arte, un compendio delle più grandi civiltà e culture di tutte le epoche. Un territorio solare, con una natura ricca di contrasti, con una splendida costa e una raffinata, gustosa e varia gastronomia dai sapori antichi e dagli aromi squisiti: la quintessenza della ``mediterraneità``, eppure densa di complessità e raffinatezza intellettuale, così ben rappresentata dai capolavori letterari di Luigi Pirandello, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e, oggi, di Andrea Camilleri.

Trapani

Nella zona occidentale della Sicilia, incastonata tra uno splendido mare azzurro ed il monte Erice, sorge Trapani, la città dei due mari, così chiamata perchè adagiata su un promontorio bagnato da tutti e tre i lati dal mare. Visitando Trapani si ha la possibilità di immergersi in diverse epoche storiche, con monumenti, chiese e palazzi che affollano soprattutto il centro storico.

La città ha il suo cuore pulsante nel suo porto, nel centro storico, mentre l’estrema punta del centro abitato è rappresentato dalla Torre di Ligny, dove si trova il Museo della Preistoria, raggiungibile percorrendo una stretta via circondata dal mare. Su un isolotto posto a difesa del porto di Trapani sorge invece, il castello della Colombaia, uno dei migliori esempi di architettura militare in Sicilia.

Qui è tutto un susseguirsi di palazzi storici e chiese di notevole pregio artistico come la Chiesa del Purgatorio, edificata verso la fine del ‘600, a tre navate, in cui sono conservati i sacri Gruppi dei Misteri di Trapani. Lungo la via Torrearsa si trova invece la Chiesa di Sant’Agostino, edificata nel ‘300 e percorrendo Corso Italia si arriva alla Chiesa di San Pietro, che custodisce il prezioso organo costruito dal palermitano Francesco La Grassa.

Nella zona nord della città si può ammirare la caratteristica Piazza del Mercato del pesce, con il lungomare che si estende per alcuni chilometri, costeggiato dalle antiche mura. Tra la città vecchia e quella nuova si apre Piazza Vittorio Emanuele caratterizzata dalla omonima statua e da una grande vasca del 1890. Superando Piazza V. Emanuele si giunge in via Giovan Battista Fardella, la strada principale della città, ricca di esercizi commerciali e bar.

trapani
trapani
favignana
favignana

Favignana

E’ la più grande delle isole Egadi e con i suoi 19,8 Kmq è situata proprio di fronte alle isole dello Stagnone e all’aeroporto di Trapani Birgi. Si raggiunge in circa un’ora di navigazione via nave e in mezz’ora via aliscafo. Ha una caratteristica forma di farfalla con le ali spiegate sulle acque del Mediterraneo, un panorama molto vario anche per la presenza di cave di tufo sulle cui pareti sono cresciute spontanee piante tipiche della Macchia Mediterranea e hanno trovato il loro riparo conigli selvatici e vari tipi di uccelli come il biancone, il pellicano, il fenicottero, il cormorano, il grifone e il gruccione.

L’isola ha una costa che corre per circa 33 km e che è un continuo alternarsi di rocce alte e basse con sabbia fine, di colore bianco e rosa, dalle quali ci si può tuffare in un mare trasparente e ricco di flora e fauna. Un paradiso naturale insomma, che possiede tutta una serie di calette nelle quali si può godere un mare incontaminato e un panorama mozzafiato. Il Lido Burrone è invece la spiaggia più grande dell’isola, con la sabbia bianca e il fondale pulito. Inoltre è possibile effettuare escursioni tra gli scogli, le calette e le grotte dell’isola approfittando del servizio di Pesca-Turismo messo a disposizione dai pescatori locali.

Le Saline

La Riserva Regionale Saline di Trapani e Paceco si estende a sud di Trapani, dalla periferia del capoluogo fino alla frazione di Salina Grande, a cavallo dei territori comunali di Trapani e Paceco.
Istituita con decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente n. 257 dell’11 maggio 1995, è stata affidata in gestione al WWF. La Riserva si estende su un area di quasi mille ettari includendo nella maggior parte del suo territorio proprietà private, nelle quali piccole e grandi imprese esercitano la millenaria attività della coltivazione del sale.

Le saline sono luoghi di grande fascino, creati dall’uomo a scopo industriale e commerciale ma diventati paradossalmente habitat ideale per diverse specie di animali e vegetali. Il paesaggio è affascinante e anche gli antichi edifici costruiti dall’uomo per l’industria del sale sono parti fondamentali della riserva.

La visita è un viaggio tra vasche, canali, mulini, bagli e camminando lungo gli argini, gli unici suoni percepiti appartengono alle onde del mare, al vento e ai richiami dei tanti uccelli che vivono l’ambiente. Molti visitatori sostengono che in questi luoghi si possa assistere ai tramonti più belli del mondo. Quando la luce colpisce le vasche difatti, il bianco del sale e il celeste del mare si tingono di rosso, arancione e giallo creando un’appassionante tavolozza di colori.

saline
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marsala
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Marsala

Sulla costa occidentale della Sicilia, su Capo Boeo, sorge Marsala estrema punta occidentale dell’isola, proprio davanti alle isole Egadi e dello Stagnone. ‘Maissala’, come la chiamano in dialetto, è un grosso comune di circa 90 mila abitanti, famoso per il suo squisito vino liquoroso e perchè costituisce il maggiore centro commerciale, agricolo e industriale della provincia di Trapani. La città è per il numero degli abitanti il quinto centro siciliano dopo Palermo, Catania, Messina e Siracusa e il 63° più grande d’Italia.
Il centro abitato sorge sulle rovine dell’antica cittadella cartaginese di Lilibeo tanto che i suoi abitanti, ancora oggi, sono chiamati lilibetani. Per tutelare questo immenso patrimonio storico, dopo decenni di edilizia selvaggia, si sta cercando di realizzare un vero e proprio parco archeologico, delimitando e scavando in una vasta area che corrisponde alla zona dove un tempo sorgeva Lilibeo. I primi scavi in effetti, iniziarono negli anni ’70 con il rinvenimento della cosiddetta ‘Insula romana’, una lussuosa abitazione con annesso impianto termale e una pavimentazione a mosaici. Nelle vicinanze nell’ultimo decennio invece, è stato portato alla luce il decumano massimo, la via principale di epoca romana che partiva dal promontorio di Capo Boeo e percorreva l’odierna Via XI Maggio. A questi ritrovamenti si aggiungono la Venere Callipige del II secolo e innumerevoli altre tracce di civiltà antiche come pavimentazioni, utensili vari, resti di abitazioni e di strade.

Sempre sul territorio di Marsala si trova la Riserva naturale regionale delle isole dello Stagnone, una zona suggestiva importante non solo dal punto di vista naturalistico ma anche storico. Una delle isole dello Stagnone è infatti Mothia, antico insediamento fenicio, i cui abitanti dopo l’assedio e la distruzione di Siracusa, fondarono Lilybaeum con l’aiuto dei romani. La sua fondazione è strettamente legata a quella della città di Mothia, importante insediamento fenicio-punico fondato nell’VIII sec. a.C. Durante la prima guerra punica Mothia fu assediata dai romani e difesa dal comandante punico Imilcone. A quel periodo risale uno prezioso relitto archeologico di una nave punica custodito nel Museo del Baglio Anselmi, che costituisce l’unico esempio al mondo di reperto archeologico di imbarcazione da combattimento.

Chi si trova a Marsala può approfittare per fare un giro per uno dei tanti musei che la città offre. Tra questi ricordiamo il Museo degli arazzi fiamminghi : otto arazzi fiamminghi del tardo ‘500 che narrano le principali vicende della conquista di Gerusalemme da parte dei romani Vespasiano e Tito. Interessante pure il Museo dell’Agricoltura Baglio Biesina, sulla via Salemi che custodisce utensili e attrezzi usati dai contadini risalenti anche ai primi dell’800. Il Museo garibaldino all’interno del Complesso Monumentale San Pietro invece, ospita preziosi reperti risorgimentali. Come abbiamo già detto sopra, un autentico gioiello è custodito nel Museo Archeologico ‘Baglio Anselmi’ che ospita un relitto di nave punica ritrovata presso punta alga, sul litorale nord. Fu usata durante la Battaglia delle Isole Egadi, che concluse la Prima guerra punica, ed è in assoluto l’unico esemplare al mondo, importantissimo per lo studio della tecnica navale Fenicia.

Mothia

Nella punta nord occidentale della Sicilia, di fronte a Marsala, si sviluppa la cosiddetta Laguna dello Stagnone, un’area marina di grande bellezza le cui isole sono costituite da un alternanza di paludi salmastre, saline, pozze d’acqua dolce, giuncheti, macchie sempre verdi che creano un incantevole scenario naturale con una miriade di colori e tramonti mozzafiato. La Laguna è chiusa ad ovest dall’Isola Lunga e ad est dalla costa siciliana, mentre al centro si trovano l’Isola di San Pantaleo (sede della colonia fenicia di Mothia – Mozia) e le altre due piccole isole di Santa Maria e di Scola.
Fondata dai Fenici nell’ VIII secolo a.c., Mothia fu una delle più floride colonie fenicie d’occidente, grazie alla sua posizione geografica vicina all’Africa che la rendeva punto di transito obbligatorio per le rotte commerciali verso la Spagna, la Sardegna e l’Italia Centrale. Oltre alla fiorente attività marinara l’economia si basava su una cospicua attività artistica e artigianale con una massiccia produzione di ceramica, vasellame di terracotta ecc. Anche la produzione industriale aveva il suo peso a cominciare dalla lavorazione e dalla tintura dei tessuti, dalla lavorazione dei metalli come l’argento, l’oro e il ferro. Mothia era circondata da bassi fondali per garantirsi una buona difesa dagli attacchi nemici e offrire un sicuro attracco per le navi. Proprio grazie alla sua posizione l’isola divenne oggetto di interesse da parte di diversi popoli come Greci e Cartaginesi in lotta per il predominio della Sicilia. Nel 397 a.C. fu definitivamente distrutta da Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa che la conquistò costringendo gli abitanti a fuggire per rifugiarsi nella vicina Lylibeo, l’odierna Marsala.

Mothia fu acquistata all’inizio del secolo da Giuseppe Whitaker, archeologo di origini inglesi nato e cresciuto a Palermo. Fu proprio Whitaker a dedicarsi ai primi scavi archeologici e a lui è stato dedicato il museo omonimo che ospita numerosi reperti fenici provenienti dagli scavi archeologici compiuti a Mothia, Birgi e Lilibeo, oggetti recuperati in seguito a lavori agricoli o provenienti da donazioni e da acquisti effettuati sul mercato antiquario. Il museo ospita la famosa statua in marmo bianco del cosiddetto ‘Giovinetto di Mothia’, rinvenuta nel 1979 nel settore nord-orientale dell’isola. La statua è alta 181 cm e molto probabilmente proviene dall’Asia. Di grande interesse è pure la Casa dei Mosaici, costruita dopo il 397 a.C., che ospita diversi pozzi e forni per la lavorazione della ceramica. I pavimenti presentano pregevoli decorazioni realizzate con ciottoli marini naturali, rappresentanti scene di animali in lotta, fra cui leoni, grifoni ecc. All’esterno della cinta muraria invece, si possono ammirare i resti della Casermetta con pareti costruite con la tipica struttura a telaio. Su alcune pareti sono ancora presenti tracce del rovinoso incendio che la distrusse. Intorno alla seconda metà delVI secolo a.C. Mothia fu dotata di un piccolo porticciolo, il cosiddetto Cothon, che oggi i moziesi chiamano ‘la Salinella’ perchè ospita una salina medievale. Di forma rettangolare, il porto è collegato al mare mediante un breve canale le cui pareti laterali e il fondo sono interamente lastricati in arenaria. Probabilmente fu utilizzato per il carico e lo scarico delle merci anche se in molti hanno avanzato l’ipotesi che fosse adoperata come bacino di carenaggio.

La parte nord-ovest dell’isola, a ridosso della cinta muraria, ospita il’Tophet’, l’area sacra in cui venivano praticati sacrifici umani di bambini e di animali in onore del dio Baal Hammon e Astarte. Le ceneri sacrificali dei primogeniti maschi erano offerte alla divinità e venivano conservate in vasi rotondi con tanto di dedica al dio Baal Hammon, riguardante il voto fatto. Il Santuario di Cappiddazzu, si trova vicino la Porta Nord, in uno dei luoghi più alti dell’isola ed era un luogo di culto come suggeriscono le numerose buche contenenti ossa di bovini e ovini. Tappa obbligatoria per chi visita Mothia è sicuramente la Necropoli anticadatata tra la fine dell’VIII e la metà del VI sec. a.C., caratterizzata da tombe a incinerazione dove sono stati trovati anche diversi corredi funebri costituiti prevalentemente da vasellame di tradizione fenicia o importati dalla Grecia. Sono invece, della seconda metà del VI sec. a.C. i dodici sarcofaghi vicini alla Porta Nord e gli altri sparsi in vari punti della costa per circa mezzo chilometro. Mothia era collegata, mediante una strada sommersa, ad un’altra necropoli, quella di Birgi. Mentre oggi l’isola può raggiungersi esclusivamente via mare, anticamente esisteva una strada, oggi visibile solo quando c’è bassa marea, che da Porta Nord raggiungeva la necropoli di Birgi.

mothia
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